INAUGURATA VENERDI' SCORSO LA MOSTRA DELLA LUTE DI RUTIGLIANO AL FRANTOIO DAMATO
E' stata inaugurata, venerdì scorso, la mostra della Libera Università della Terza Età - Rutigliano "Immobile in cammino. Forme della presenza", progetto curatoriale ideato e curato da Tommaso Evangelista e ospitato nello spazio del Frantoio Damato, in via San Francesco d'Assisi, 12.
Alla cerimonia di apertura della mostra, che sarà visitabile tutti i giorni sino al 12 ottobre 2025 dalle 18.00 alle 20.00, hanno partecipato - in rappresentanza del Comune di Rutigliano, che ha patrocinato l'evento stesso - il sindaco Giuseppe Valenzano e l'assessore alla cultura Milena Palumbo.
La mostra prende le mosse dalla leggenda del Crocifisso di Vespasiano Genuino - l’opera che, giunta a Rutigliano nel XVII secolo, si fermò miracolosamente alle porte del Convento dei Cappuccini per non muoversi più - e si sviluppa come una riflessione collettiva sul senso della permanenza: non mera inerzia, ma scelta, gesto politico, pratica di radicamento e produzione di senso.
Attraverso pittura, scultura, installazione, video, fotografia e pratiche partecipative, gli artisti invitati interrogano la “restanza” : come si costruisce una presenza che resiste al flusso delle immagini e alle dinamiche della contemporaneità; come la memoria, il corpo, il luogo e l’oggetto si trasformano in ancore che danno forma a comunità e narrazioni.
E' stata inaugurata, venerdì scorso, la mostra della Libera Università della Terza Età - Rutigliano "Immobile in cammino. Forme della presenza", progetto curatoriale ideato e curato da Tommaso Evangelista e ospitato nello spazio del Frantoio Damato, in via San Francesco d'Assisi, 12.
Alla cerimonia di apertura della mostra, che sarà visitabile tutti i giorni sino al 12 ottobre 2025 dalle 18.00 alle 20.00, hanno partecipato - in rappresentanza del Comune di Rutigliano, che ha patrocinato l'evento stesso - il sindaco Giuseppe Valenzano e l'assessore alla cultura Milena Palumbo.
La mostra prende le mosse dalla leggenda del Crocifisso di Vespasiano Genuino - l’opera che, giunta a Rutigliano nel XVII secolo, si fermò miracolosamente alle porte del Convento dei Cappuccini per non muoversi più - e si sviluppa come una riflessione collettiva sul senso della permanenza: non mera inerzia, ma scelta, gesto politico, pratica di radicamento e produzione di senso.
Attraverso pittura, scultura, installazione, video, fotografia e pratiche partecipative, gli artisti invitati interrogano la “restanza” : come si costruisce una presenza che resiste al flusso delle immagini e alle dinamiche della contemporaneità; come la memoria, il corpo, il luogo e l’oggetto si trasformano in ancore che danno forma a comunità e narrazioni.